“Le opere dell’artista de Santis non hanno alcun intento figurativo, sono opere astratte.

In alcune opere sono ipotizzati ingranaggi fantastici, con sequenze di forme geometriche, sequenze precise e ripetute come i ritornelli di una dolce canzone che non raggiunge mai un ritmo vorticoso, fanno pensare a schemi e schede visive di antichi carillon. Le sue configurazioni di semplici principi geometrici sono determinati da elementi di uguale forma in una costante ricerca di semplicità dell’arte, in una sequenza di unità standardizzate, intercambiabili.

Queste molteplici riproduzioni di forme astratte si percepiscono come in un dinamico caleidoscopio dal ritmo leggermente ipnotico; i colori stridenti ma vibranti aggiungono vitalità e dinamismo in un movimento che non ha ne inizio ne fine.

Le composizioni dell’artista si possono anche leggere come grafia di forme meccaniche di un moderno sviluppo industriale, i cerchi ripetuti creano un motivo ritmico del lavoro che assurge a metafora; nessun gioco di luce irradia queste opere, esse comunicano un senso di astrazione, le ripetute forme sono tutte bloccate su uno sfondo neutro e buio che imprigiona il ritmo togliendo la vitale elettricità.

Le figure sembrano ruotare in una produzione contrassegnata da una grande armonia di contrasti, le diverse sagome che mimano movimenti bloccati sono tutte poste in raro equilibrio fra loro. Le fantasiose sequenze vibrano di un loro magico lirismo.

 
 
 
 

VALERI, ROSSI - “MANENT – Libro d’oro dell’arte contemporanea”, 2011.

ANTOLOGIA CRITICA - A Critical Anthology

giustino de santis